Rumiati: «La scienza non è ancora un paese per donne»

E' docente di neuroscienze cognitive alla Sissa e coordinatrice del relativo dottorato, ha cessato da poco il suo incarico come vicepresidente del Consiglio direttivo dell' Anvur e nel corso della sua carriera ha ricevuto importanti riconoscimenti per il suo lavoro di scienziata e di formatrice di studentesse e ricercatrici. Raffaella Rumiati - che domani parteciperà alla tavola rotonda "Le scienziate."

Il ruolo che la ricerca ha nella cura delle malattie esaltato come non accadeva da tempo dal contesto pandemico" - è una scienziata a tutto tondo, un' instancabile divulgatrice che alle attività di ricerca e di didattica somma esperienze in ambito gestionale e di valutazione. La raggiungiamo a Parigi, dove sta lavorando in una commissione internazionale che si occuperà di decidere come distribuire i finanziamenti alla ricerca di base derivanti dal corrispondente francese del nostro Pnrr. «Per la ricerca di base i francesi hanno stanziato fondi generosi e hanno coinvolto i colleghi stranieri», racconta. Professoressa Rumiati, qual è lo stato di salute della ricerca di base in Italia?

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