I rivelatori di onde gravitazionali esistenti così come quelli futuri saranno in grado di osservare i segnali con una precisione tale da poter rilevare eventuali deviazioni dalla teoria della relatività di Einstein e dal modello standard della fisica delle particelle. Per sfruttare appieno questa incredibile capacità strumentale, sono necessari progressi fondamentali nella descrizione teorica dei buchi neri, delle onde gravitazionali che emettono, del loro ambiente cosmico e della fisica al di là del modello standard. Fornire il quadro teorico necessario è l'obiettivo del progetto Synergy “GWSky”, appena finanziato con 12 milioni di euro nei prossimi sei anni dal Consiglio europeo della ricerca (ERC). L’iniziativa coinvolge quattro nodi, la SISSA (Trieste), il Niels Bohr Institute (Copenaghen), l'Università della California (Los Angeles) e il Max Planck Institute for Gravitational Physics (Potsdam).