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Siamo a una festa divertente ma rumorosa: come facciamo a capire le parole di chi ci parla nonostante la musica e le voci in sottofondo? Grazie al superlavoro del nostro cervello e a un particolare escamotage di cui è capace: quello di “predire” la parola che viene pronunciata. Sulla base dei primi stimoli uditivi che gli arrivano in diretta, insomma, il cervello fa una previsione, “suggerendo” una soluzione. A dirlo è una nuova ricerca della SISSA, in collaborazione con l’Università di Liverpool e quella di Cambridge appena pubblicata sulla rivista eNeuro.
Grazie a un’elegante serie di esperimenti che ha comportato l’analisi con l’elettroencefalogramma delle reazioni di un gruppo di volontari all’ascolto di precisi gruppi di sillabe, lo studio ha dimostrato come il nostro sistema uditivo, e il cervello in particolare, abbia una fenomenale capacità di aiutarci nell’ascolto e nella comprensione in situazioni presenti complicate, incerte e rumorose. Lungi dall’essere un semplice elaboratore di stimoli, insomma, il nostro cervello sembrerebbe avere un ruolo decisamente proattivo, anticipando la possibile parola, salvo intercettare con prontezza un’eventuale errore nella previsione. La ricerca pone un ulteriore tassello a sostegno di un’idea centrale nelle neuroscienze cognitive degli ultimi decenni che vede il cervello come una vera e propria “predictive machine”: una macchina che fa previsioni...