
Quali sono gli elementi e le risorse che rendono un computer quantistico così vantaggioso rispetto ai computer tradizionali? Una nuova ricerca della SISSA ha cercato di rispondere a questo quesito proponendo uno strumento per misurare una di queste risorse, definita in gergo nonstabilizerness. La nonstabilizerness è un indice di quanto sia difficile replicare un calcolo quantistico su un normale computer: tanto è più alto tanto più sarà difficile per un normale computer risolverlo. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista PRX Quantum con autori Alessio Paviglianiti, Guglielmo Lami, Mario Collura e Alessandro Silva.
Il problema in realtà è più profondo e articolato di quanto si possa pensare: perché anche calcolare la difficoltà di calcolo, e quindi la nonstabilizerness, è di per sé difficilissimo se si usano i computer normali. Una soluzione viene proposta nel lavoro appena pubblicato su PRX Quantum. Nella ricerca gli scienziati propongono un algoritmo classico che permette di stimare questa risorsa senza usare troppo hardware. In questo modo si possono superare alcuni dei principali ostacoli finora esistenti e studiare situazioni che prima erano impossibili da esplorare.
“Questa nuova tecnica messa a punto dal nostro gruppo” spiegano i quattro autori “è potente e flessibile e sarà molto utile per capire meglio la complessità dei calcoli quantistici, con vantaggi sia teorici sia pratici”.
The original paper: Estimating Nonstabilizerness Dynamics Without Simulating It | PRX Quantum