Numero di tamponi fatti, numero di ricoverati, la frazione di positivi in ospedale sul totale: quali sono i dati che ci forniscono un reale quadro della situazione dell’epidemia? Le previsioni basate semplicemente sui numeri di positivi possono davvero permetterci di fare previsioni adeguate? Mai come in questo momento i dati hanno giocato un ruolo tanto centrale nelle nostre vite: saperli leggere in maniera adeguata, interpretandoli correttamente identificando quali sono i parametri da considerare, è fondamentale.
È quanto emerge dal documento firmato da un gruppo di scienziati e scienziate coinvolti in un progetto di analisi dati sul coronavirus in Friuli Venezia Giulia. Nella lettera sottoscritta dai ricercatori si evidenziano alcuni limiti e possibilità di sviluppo riguardo alla raccolta e analisi dati in Friuli Venezia Giulia, che hanno in realtà un valore più generale. L'iniziativa è stata promossa dalla Sissa.
“Noi, un gruppo di fisici, informatici, data scientists e statistici degli istituti di ricerca triestini” si legge nel documento “abbiamo collaborato con la regione Friuli Venezia Giulia all’analisi dei dati regionali aggregati sull’epidemia di Covid19. Questa esperienza ci ha permesso di toccare con mano cosa si possa leggere nei dati e quali siano le limitazioni delle varie tecniche alla base delle previsioni di cui si sente ogni giorno parlare”.
I dati sui nuovi positivi sono fortemente influenzati da molti fattori, spiegano gli scienziati nella lettera. E alcune informazioni fornite, possono portare a valutazioni imprecise. Altre, invece, come i numeri di ricoverati (un dato che si sta stabilizzando),o la frazione di positivi ricoverati su tutti i positivi (in costante discesa da una settimana) danno un’immagine più chiara della situazione. La struttura sociale della popolazione è ugualmente importante: particolarmente in regioni piccole. “Una parte rilevante degli incrementi proviene da situazioni come le case di riposo, ambienti dove il virus si diffonde facilmente, con effetti purtroppo devastanti ma non rappresentativi della circolazione del virus nella popolazione generale. Le analisi che semplicemente estrapolano previsioni dai numeri dei positivi danno risultati apparentemente chiari ma che rischiano di essere fortemente fuorvianti, soprattutto per previsioni a lungo termine, perché ignorano l’incertezza e l’incompletezza inerente in questi dati.”
I ricercatori chiudono la lettera con una raccomandazione: “La pandemia di Covid19 ha colto di sorpresa tutti i paesi occidentali; i sacrifici che stiamo facendo adesso sono necessari per ritornare a un livello in cui future infezioni potranno essere controllate. Non facciamoci trovare impreparati una seconda volta. Speriamo che le esperienze maturate in questa fase portino a una più stretta collaborazione tra autorità sanitarie e la comunità scientifica per sviluppare strategie di raccolta dati appropriate, supportate da una comunicazione informata, trasparente e responsabile di analisi e modelli”.
La lettera è disponibile qui
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