Dalla fine delle stelle al loro inizio: è questo l’approccio utilizzato da una ricerca pubblicata su “Universe” che ha permesso di sfruttare il numero di supernove e raggi gamma osservati nell’Universo per ottenere la cosiddetta funzione di massa iniziale (IMF), ossia il modo in cui la massa delle stelle si distribuisce dopo la loro formazione. Applicando un comune metodo computazionale di stima di parametri, gli scienziati sono riusciti a ricavare l’IMF di zone anche molto lontane del Cosmo, impossibili da osservare direttamente con i telescopi. La ricerca è stata condotta da un team di studiosi della Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste, l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), l'Istituto di Fisica Fondamentale dell'Universo (IFPU) e l'Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF).
L’IMF ottenuta dagli autori dello studio è risultata sorprendentemente simile a quella misurata nell'Universo più vicino a noi. Questo, sostengono gli scienziati, sarebbe una possibile prova a sostegno di una IMF universale. Il risultato sarà ora messo alla prova dalle osservazioni di telescopi come il JWST ed Euclid. (Image by David Kopacz on Pexels)