Quando i progressi tecnologici vengono realizzati su scala micro e nanometrica, le cose tendono a complicarsi. I dispositivi nanoscopici sono costruiti utilizzando metalli, ad esempio l'oro, per via delle loro proprietà favorevoli come l'elevata stabilità, la biocompatibilità e la facilità di lavorazione. Tuttavia, operando su una scala così piccola, le parti finiscono per rimanere incastrate tra loro a causa delle forze di Casimir-Lifshitz.
Queste forze, dovute a fluttuazioni elettrodinamiche quantistiche e termiche, finiscono per spingere le parti dei microdispositivi l'una contro l'altra, causando attrito e stiction. Attrito e stiction impediscono ai dispositivi di funzionare come previsto.
I risultati di uno studio recentemente pubblicato su Nature Physics possono aiutare a superare questo ostacolo, rendendo possibili nuovi progressi in questo campo.
Il progetto di ricerca è frutto della collaborazione tra l'Università di Göteborg, la Chalmers University of Technology, l'Università di Düsseldorf, la Friedrich Schiller Universität e la SISSA.
Un'illustrazione di microscopiche scaglie d'oro su una superficie. Immagine di Falko Schmidt