Il mondo sta attualmente assistendo al più alto tasso di migrazioni forzate mai registrato prima. Nonostante la pandemia di COVID-19, alla fine del 2020, 82,4 milioni di persone sono state trasferite con la forza in tutto il mondo secondo l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR). La Science in Exile Initiative è progettata per contribuire a sostenere le comunità scientifiche e politiche, mitigare le battaglie che gli scienziati devono sopportare e garantire loro la possibilità di proseguire la propria ricerca e formazione.
Come evidenziato nel capitolo del Rapporto Scientifico UNESCO del 2021 "L'integrazione degli scienziati rifugiati e sfollati crea una situazione vantaggiosa per tutti": la comunità internazionale deve garantire che le competenze e la formazione di quegli studiosi non vadano sprecati e che preservino e sviluppino le loro competenze, sia per il loro bene, sia per il bene dei loro paesi d'origine e ospitanti. Non solo rappresentano una risorsa inestimabile per l'intera comunità scientifica globale, ma la loro esperienza, nel tempo, sarà fondamentale per ricostruire i loro paesi d'origine. La perdita di conoscenze scientifiche, sistemi e dati derivante dallo spostamento di studiosi e scienziati ha gravi implicazioni per la scienza nazionale e internazionale.
Leggi la dichiarazione completa (in inglese):
https://scienceinexile.org/sign-declaration