Ciascun sistema sensoriale è legato a un tipo di recettori: la vista a quelli della retina, l’udito a quelli della coclea. C’è però una sorprendente eccezione; il senso del tempo è preciso e guida tutti i nostri comportamenti, ma i recettori del tempo non esistono. Il cervello deve costruire una rappresentazione neuronale del tempo usando altri circuiti.
Una nuova ricerca condotta dal Tactile Perception and Learning Lab (Laboratorio di Percezione Tattile e Apprendimento) della SISSA, diretto da Mathew Diamond, indaga il ruolo di una specifica area del cervello dei ratti, lo striato dorsolaterale (DLS) nella percezione del tempo.
Questa regione del cervello sembra contenere un orologio per il tempo assoluto, che però non viene convertito in una percezione del tempo trascorso.
“Recenti studi suggeriscono che lo striato dorsale è fondamentale nella codifica della percezione del tempo”, afferma Alessandro Toso, primo autore dell’articolo. “Noi abbiamo dimostrato per la prima volta che nonostante il DLS sia un contatore affidabile del tempo trascorso, probabilmente non è il substrato della durata percepita degli stimoli sensoriali in corso. Il nostro lavoro attuale punta a identificare altri meccanismi che generano la sensazione del tempo”.
Sottoponendo i ratti a stimoli sensoriali, il gruppo di ricerca ha verificato che questi ne distinguono la durata, confermando che all’interno dell’attività neuronale DLS sono contenute informazioni temporali precise. Tuttavia, la codifica temporale che avviene nel DLS è più strettamente collegata alla sequenza di eventi che al giudizio del ratto sulla durata dello stimolo, e non risolve dunque l’enigma della percezion