Perdita di gusto e olfatto, anche senza il “naso chiuso”, sono un tratto distintivo del COVID-19: lo dice un’indagine mondiale

A huge open access and participatory study whose first results have been published on Chemical Senses
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Un’indagine globale condotta in più di quaranta Paesi nel mondo fornisce la più importante evidenza del legame tra il COVID-19 e la perdita dell’olfatto, del gusto e della cosiddetta chemestesi, ossia la sensibilità a molecole come quelle presenti nel peperoncino. In particolare, in questi pazienti questa perdita spesso non si associa al “naso chiuso”, una peculiarità importante per la diagnostica al fine di distinguere la patologia da altre infezioni virali, come il raffreddore o l’influenza.

I primi risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Chemical Senses, mentre lo studio continua indagando anche altri aspetti della relazione COVID-19 e olfatto. Come quello della “parosmia”, un’alterazione dell’olfatto che porta a non identificare correttamente gli odori. Si tratta di un’anomalia spesso riscontrata nelle persone che hanno contratto il Coronavirus anche mesi dopo la guarigione. Alla grande indagine partecipa la SISSA di Trieste attraverso il lavoro del gruppo della professoressa Anna Menini.