«Con queste evidenze si apre una nuova fase nello studio dell’Universo primordiale». È così che Carlo Baccigalupi e Luigi Danese del gruppo di Astrofisica e Cosmologia della SISSA-Scuola Internazionale superior di Studi Avanzati commentano i risultati pubblicati il 17 luglio relativi all’analisi finale sui dati provenienti dal satellite Planck, a cui gli scienziati della Scuola triestina hanno dato un fondamentale contributo. Per la prima volta, infatti, è stato svelato il segnale polarizzato della Radiazione Cosmica di Fondo nell’intero cielo, aprendo così un nuovo capitolo nella comprensione dell’Universo grazie a questo fondamentale tracciatore. Questo segnale è prodotto da un “rimbalzo” dell’antichissima luce sulle particelle cariche liberate dalle prime strutture in formazione: esso potrebbe contenere l’impronta di onde gravitazioni prodotte frazioni di secondo dopo il Big Bang, la cui scoperta costituirebbe un nuovo rivoluzionario canale di osservazione di quella immensa esplosione iniziale e dei processi ancora ignoti di fisica delle altissime energie avvenuti frazioni di secondo dopo la deflagrazione. I risultati di Planck, raccontano i ricercatori triestini, «scuotono le fondamenta delle principali conoscenze in Astrofisica, Cosmologia e Fisica della Particelle e dimostrano che queste ricerche sono ora possibili. Del resto hanno già permesso il disegno, la costruzione e la raccolta di dati di decine di osservatori posizionati a Terra, nella Stratosfera e nello Spazio, preposti all’investigazione dei nuovi scenari sondati da Planck».