Dottoressa Presani, quando ha capito che avrebbe voluto concentrarsi sull'impatto sociale della scienza e in particolare dell'Ai?
«Sono cresciuta e ho studiato a Trieste, una realtà in cui la scienza è parte integrante della società. I miei genitori sono biologi e hanno lavorato per anni al Burlo, molti miei amici lavorano in Area Science Park e alla Sissa. L'esempio di Margherita Hack ha alimentato fin da ragazzina la mia passione per la fisica e l'astrofisica. Perciò non ho mai considerato la scienza slegata dal suo impatto sociale e ho sempre avuto a cuore la divulgazione scientifica: ho scelto una carriera che coniuga questi aspetti».
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