L'intervista con Raffaella Rumiati che parla della sua ricerca sul riconoscimento del cibo nei centenari triestini
Ascolta il podcast (da minuto 3.50)
L'intervista con Raffaella Rumiati che parla della sua ricerca sul riconoscimento del cibo nei centenari triestini
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A study of dental students suggests that dentists can smell when a patient is anxious, and it makes them more likely to make mistakes and perform badly. The finding is the first real-world evidence that chemical signals hidden in our body odour can betray our emotions and influence the behaviours of those around us, says Valentina Parma at the International School for Advanced Studies in Trieste, Italy.
Le neuroscienze dispongono ormai di strumenti sofisticati per indagare perché ci piace quel che ci piace e come ruota la girandola del piacere.[...] Le ricerche di Raffaella Rumiati della Sissa (Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati) di Trieste, ad esempio, dimostrano che 130-180 millisecondi dopo aver visto una serie di alimenti siamo già in grado di discriminarli in base a queste preferenze: un frutto rosso e maturo ci attira più di uno verde e acerbo, un piatto ad alto contenuto energetico più di uno dietetico.
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L'università di Camerino ha ospitato stamattina la riunione del gruppo di lavoro su anticorruzione e trasparenza (Glat) del Codau, l'associazione costituita dai direttori generali delle amministrazioni universitarie italiane.
Non esiste ancora la sfera di cristallo che predice il futuro, ma qualcosa sta cambiando: computer sempre più potenti potrebbero presto prevedere l'evoluzione di situazioni estremamente articolate, come il clima o l'andamento dei mercati azionari. "Fino a che non saremo capaci di predire il presente, non saremo in grado di predire il futuro", spiega James Yorke, uno dei padri della teoria del caos a un incontro della Scuola internazionale superiore di studi avanzati (Sissa) e del Centro internazionale fisica teorica Abdus Salam (Ictp).
I centenari riconoscono più accuratamente i cibi naturali rispetto a quelli processati, perché li hanno consumati con maggiore assiduità nel corso della loro vita. Lo studio della Sissa chiarisce, quindi, i meccanismi alla base della nostra memoria semantica.
Non esiste ancora la sfera di cristallo che predice il futuro, ma qualcosa sta cambiando: computer sempre piu' potenti potrebbero presto prevedere l'evoluzione di situazioni estremamente articolate.
Giovedì 24 maggio, al Caffè San Marco, la presentazione del nuovo libro dello scrittore, docente del Master in Comunicazione della Scienza "Franco Prattico".
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Raffaella Rumiati e Miriam Vignano ospiti a Radar parlano del loro studio pubblicato di recente su Scientific Reports che evidenzia che, diversamente dai meno anziani, i centenari riconoscono più accuratamente i cibi naturali rispetto a quelli processati, perché li hanno consumati con maggiore assiduità nel corso della loro vita. Questo risultato chiarisce i meccanismi alla base della nostra memoria semantica che non sembrano dipendere solo dalle caratteristiche del cibo ma anche dall’esperienza e dalle abitudini alimentari portate avanti per tutta l’esistenza
Ascolta il podcast (trasmissione del 22/5/2018, da minuto 23.10)
Sono trascorsi 40 anni da quando la Sissa, la Scuola internazionale superiore di studi avanzati di Trieste, avviò le sua attività e quindi è arrivato il momento giusto di parlare delle donne e del loro ruolo, in particolare nell' ambito della scienza.
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Promuovere e rafforzare il ruolo dei network di scienziate attraverso nuovi database che favoriscano la creazione di reti e la ricerca comune di soluzioni per problemi comuni alle donne ricercatrici.
È il primo dei sei punti della prima versione del Manifesto internazionale di Trieste, presentato alla Sissa.
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Si chiama Fast Track Programme e il nome è eloquente: consente di accelerare il passaggio dalla laurea magistrale al dottorato e quindi alla ricerca. E' un' iniziativa unica in Italia, riservata agli studenti del corso di laurea magistrale interateneo in Fisica dell' Università di Trieste: permette un accesso più rapido al PhD della Sissa in "Theory and numerical simulation of condensed matter".
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Le storie di nove ricercatrici, in un video finanziato dal premio Bassoli, per raccontare le aspirazioni e le sfide dell'essere donna di scienza e di fede islamica in Italia.
Il velo islamico non è un ostacolo per le donne nella scienza. Il velo da abbattere, nel campo, è un altro: il cosiddetto «velo di cristallo», quello che impedisce alle scienziate di raggiungere posizioni di vertice nelle carriere accademiche e di ricerca. È quanto emerge dalle testimonianze raccolte dai ricercatori dell’Università di Trento Ilaria Ampollini e Alberto Brodesco tra nove scienziate, italiane e straniere, di religione o provenienza da Paesi musulmani, che fanno ricerca in Italia.
Il loro progetto «Veli di cristallo. Donne e Islam nell’Italia della ricerca scientifica», vincitore dell’edizione 2016 del premio intitolato al giornalista scientifico Romeo Bassoli, promosso dalla Sissa (Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di
Trieste) e dall’Infn (Istituto nazionale di fisica nucleare), nato come podcast e diventato anche un video, è stato proiettato per la prima volta pubblicamente proprio nei giorni scorsi a Trieste.
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Uno studio sperimentale della Sissa, appena pubblicato sulla rivista Scientific Reports e guidato dalla Professoressa Raffaella Rumiati, neuroscienziata cognitiva, ha evidenziato che i centenari, diversamente dai meno anziani, riconoscono più accuratamente i cibi naturali rispetto a quelli processati, perché li hanno consumati con maggiore assiduità nel corso della loro vita.
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L’Infn mantiene stretti contatti da una parte con l’Università, dall’altra con il mondo produttivo. Queste caratteristiche si rispecchiano nella sua Sezione di Trieste, attiva dal lontano 1958, ben prima della nascita di Ictp (1964) e Sissa (1978), e con circa 280 persone che vi operano a vario titolo: un quarto dipendenti, gli altri ricercatori, docenti e tecnici delle Università di Trieste e di Udine, della Sissa e dell’Ictp.
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La professoressa della SISSA Anna Menini ospite della trasmissione "Calle degli Orti Grandi" di Radio Capodistria ha illustrato i temi affrontati nella giornata "When women in science get together: the role of networks" che ha avuto luogo il giorno 9 maggio 2018 alla SISSA.
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A study by SISSA shows that, contrary to younger individuals, centenarians recognise natural foods more accurately than processed foods because they have eaten them with greater frequency over their lifetime. This result clarifies the mechanisms at the root of our semantic memory, which do not appear to depend on the characteristics of food alone, but also on experience and eating habits over a lifetime.
Durante un incontro alla Sissa di Trieste, ricercatrici di fama internazionale hanno presentati i punti di un documento internazionale per rafforzare il ruolo delle donne nella scienza.
Marica Branchesi, astrofisica di fama mondiale, era presente ieri, 9 maggio, a un incontro alla Sissa di Trieste sul ruolo delle donne nella scienza, ovvero “When Women in Science get together: The Role of Networks“. La scienziata è stata nominata tra le 100 persone più influenti al mondo dalla rivista “Time” per un’innovativa ricerca sulle onde gravitazionali. L’incontro ha permesso di abbozzare un “manifesto” delle donne nella scienza, in collaborazione con le altre rappresentanti presenti.